S.A.M.O. SpA

In movimento

In S.A.M.O. S.p.A sviluppiamo impianti ortopedici per soddisfare le esigenze di pazienti e chirurghi nella cura di patologie articolari degenerative.
In caso di articolazioni usurate al punto da provocare forte dolore e influenzare negativamente ogni aspetto della vita di un individuo (lavoro, attività fisica, tempo libero, riposo) il chirurgo ortopedico potrebbe suggerire di intervenire con un’artroplastica, ovvero la procedura di ricostruzione e/o sostituzione di un’articolazione danneggiata.

Artroplastica dell’anca

L’anca è un’articolazione composta dall’estremità superiore del femore, detta testa femorale, di forma sferica, inserita in una cavità, chiamata acetabolo, che si trova nel bacino. Il suo compito è quello di garantire stabilità, flessibilità, forza e supporto di qualunque carico durante le attività che coinvolgono le gambe.

Durante l’artroplastica dell’anca, il chirurgo rimuove le parti dell’articolazione danneggiate e le sostituisce con una protesi. L’impianto della testa femorale è composto da una sfera metallica o ceramica fissata su uno stelo metallico che si inserisce nel femore, con o senza l’uso di cemento osseo. Un inserto in plastica o in ceramica sostituisce l’acetabolo danneggiato. Questa combinazione di impianti crea una nuova articolazione, progettata per scorrere fluidamente e senza dolore.

Artroplastica di ginocchio

Il ginocchio è un’articolazione sufficientemente forte da sostenere l’intero corpo e composta da tre parti principali: il femore, la tibia e la rotula. Le superfici femorali e tibiali sono coperte da cartilagine, il cui scopo è quello di garantire un movimento del ginocchio fluido e indolore. Tra il femore e la tibia si colloca il menisco, che ha il compito di ridurre la frizione durante il movimento e di disperdere il peso corporeo e i carichi elevati.

L’artroplastica di ginocchio prevede la sostituzione dell’articolazione con tre componenti principali: componente femorale, componente tibiale e componente rotuleo. A seconda del danno presente nell’articolazione, la sostituzione può essere totale o mono compartimentale.

Domande frequenti

È consigliabile ricorrere ad una protesizzazione dell’articolazione quando nessun’altra opzione di trattamento è in grado di dare sollievo. Grazie all’utilizzo della protesi non solo si allevia il dolore, ma si prevengono anche successivi problemi maggiori e disabilità.
La decisione è del tutto soggettiva e dipende da quanto il dolore influisce negativamente sulla propria quotidianità, ma conviene sempre consultare un chirurgo ortopedico che saprà valutare il caso e consigliare se hai bisogno o meno di una protesi.
Le procedure di artroplastica sono ormai estremamente comuni e sicure, tuttavia come ogni intervento possono esserci dei rischi dei quali potrai discutere con il tuo medico. Le principali complicazioni che possono presentarsi sono le infezioni e la comparsa di ematomi/coaguli di sangue. Tuttavia, per evitarli, oltre all’adozione di tutte le precauzioni possibili in sala operatoria per ridurre il rischio di infezione per il paziente, ti verrà prescritta una opportuna terapia farmacologica da seguire prima e dopo l’intervento.
L’intervento ha una durata variabile (da una a tre ore) a seconda della complessità del singolo caso.
La durata è variabile da individuo a individuo. Il chirurgo e il fisioterapista prepareranno un piano di ripresa personalizzato. Per le prime sei settimane sarà necessario l’utilizzo di ausili come deambulatore o stampelle, trascorse le quali a poco a poco riprenderai a camminare autonomamente.